Sono gli operai e le loro famiglie, oltre che l’intero territorio chierese, a pagare – ancora una volta – le conseguenze tragiche della vicenda ex Embraco, oggi ancora più grave dopo la decretazione del fallimento della Ventures>.
È a nome dei dipendenti e dei familiari che rivolgo il mio appello a chi ha il compito e il dovere di affrontare e seguire passo passo l’evolversi delle vicende che riguardano il lavoro e i lavoratori.
Mi riferisco in primo luogo al signor Ministro del Lavoro, che invito a prendere in mano direttamente e in prima persona questa vicenda; e mi rivolgo anche alla Regione Piemonte, alle altre istituzioni coinvolte affinché si cerchino e si trovino soluzioni per restituire sicurezza e serenità a chi, senza nessuna colpa, sta subendo i disagi più gravi.
Come già ho chiesto a suo tempo, mi appello a tutti i parlamentari piemontesi, di qualsiasi partito, perché siano pronti ad appoggiare, con solerzia e impegno, quanto verrà promosso al riguardo. Non si tratta, in questa vicenda, di incassare un qualche successo per la propria parte politica: ma piuttosto di dimostrare che si è capaci di unire le forze e affrontare insieme problemi così gravi e urgenti che feriscono l’intero territorio. Altrimenti si sta offrendo alla pubblica opinione il segnale preoccupante che istituzioni e rappresentanti del popolo mancano degli strumenti necessari… Invece è il momento di ribadire con forza che soltanto lavorando insieme si potrà attivare quella solidarietà necessaria a favorire una soluzione possibile.
La Chiesa di Torino non cesserà di seguire la vicenda stando vicina e lottando a fianco delle componenti più deboli quali sono gli operai e le loro famiglie, perché continuino a sperare. Per noi si tratta anche di rivendicare il principio che un diritto così fondamentale quale è il lavoro sia non solo promesso, ma attuato concretamente soprattutto nelle situazioni più complesse e difficili come questa dell’ex Embraco.