Hanno un genere letterario differente, ma tutti insieme aiutano a rileggere i giorni difficili, sofferti, del lockdown. Sono gli scritti che Egidio Miragoli, vescovo di Mondovì, ha raccolto in un volumetto. Sono le sue parole scritte e pronunciate, giorno dopo giorno, dall’inizio della pandemia. Si può rilegge il Decreto iniziale con cui ha sospeso le attività pastorali il 23 febbraio, quello con cui ha affidato la sua Diocesi alla protezione della Regina Montis Regalis, come le varie omelie pronunciate nelle chiese senza fedeli, ma trasmesse in diretta streaming e riproposte dal settimanale diocesano L’Unione Monregalese. Il libro “Fede e Ministero. In momenti difficili” porta come epigrafe la citazione <Chi insegna governa; chi governa, insegna e santifica>. Per Miragoli sono <tre verbi che fanno tremare i polsi : insegnare, governare e santificare. E ancora di più nell’emergenza del coronavirus. Ma è nella fede in Dio che in qualsiasi circostanza pronunciamo parole e compiamo gesti>.
La pubblicazione ha un solo intento pastorale, lo scopo è quello di continuare ad accompagnare. La volontà del Vescovo è quella di <non perdere la memoria di un momento particolare e di continuare a rifletterci sopra>. E sono tanti gli spunti su cui è importante non disperdere le sollecitazioni. Come l’omelia pronunciata il 10 maggio dal Santuario di Vicoforte, nella quinta Domenica di Pasqua. In quell’occasione Miragoli suggerisce qualche interrogativi sulla figura del prete. Si domanda: non ci sarebbe forse bisogno di un sacerdote di cui la gente sapesse che spesso lo si può trovare? Forse – continua- ci siamo ingannati presumendo che la nostra epoca richieda preti-manager tutto fare; non c’è forse, invece, più bisogno di un prete che sa incontrare, ascoltare, rispondere?>. Immagina un prete-pastore, guida della comunità. A cui si unisce la collaborazione dei laici. Domande diverse che non si possono lasciar cadere nel nulla.
Chiara Genisio