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Farsi carico del soffrire degli altri

La recensione al libro di Giuseppe Ruggieri

Sono scritti quotidianamente tanti libri, anche utili. Alcuni veramente sapienti. Qualcuno merita di essere letto con più attenzione, direi meditato. E’ il caso della densa pubblicazione del teologo  Giuseppe  Ruggieri,  “Esistenza Messianica, (ed. Rosenberg&Sellier, Torino 2020).

L’autore è stato qualificato  <tra i teologi più significativi in Italia> dal filosofo Giovanni Ferretti e  scrittore di <qualità e rigore nelle riflessioni proposte>  dal teologo Roberto Repole. A queste annotazioni alle quali mi associo, aggiungo che sono sempre affascinato dalla capacità di don Pino di esprimere e motivare le riflessioni  in dialogo con grandi amici interlocutori (persone che pensano, filosofi, teologi) di tutti i secoli. Quindi è testimone della somma opportunità di una <ragione allargata>, non illuministicamente imprigionata. Ci aiuta ad ascoltare e accogliere la realtà, l’esperienza, la storia; a riconoscere chi e come siamo, abilitati a relazionarci e, se lo vogliamo   ad aiutare responsabilmente gli altri, facendoci carico del dolore degli uomini. Cinque sono i capitoli di questo libro: Homo apocalypticus, I tempi messianici, Il Messia sono io, Gesù il Messia, Ethos messianico.

Sono da leggere e rileggere, cogliendo che tutti singolarmente si annodano e si basano sullo stesso punto ( oso chiamarlo il punto che l’autore vorrebbe che fosse anche il nostro “punto di Archimede”); sono prospettive e complementari riflessioni da tenere contemporaneamente presenti: farsi carico dell’enorme soffrire degli altri.

 Sottolineo il punto di partenza e conclusivo, che è anche il filo rosso che innerva tutto lo scritto, è l’esperienza del mare, vissuta da fanciullo, vera risorsa di vita e permanente occasione di morte. Cifra e  icone che interpreta la vita dei suoi di Pozzallo, ma che interpreta la vita di tutti noi, persone umane: con un cumolo di dolore da vivere in attesa. Partendo da un frammento eracliteo <il divin è  dimora dell’uomo>, dignità della persona umana, don Pino si fa attento lettore della Scrittura analizzando vocaboli, può cosi dialogare volta a volta con Padri della Chiesa, grandi teologi medioevali, teologi cattolici e protestanti contemporanei e aprirsi a bel dialogo prolungato con la cultura di matrice giudaica e interloquire con il filosofo Emmanuel Lévinas.

Perché leggere questo libro non lunghissimo, ma denso, pensoso, rigoroso? Anche se non siamo gente di mare, anche se non abbiamo curriculi accademici dignitosi, possiamo confrontarci con gioia e grati con chi teologicamente riflette e ci propone il possibile <punto fermo di Archimede> in cui trovare appoggio, aprirci al buon Dio, rileggere il nostro vivere con gli altri e lasciarci interpellare e aiutare a <vivere responsabili messianicamente facendoci carico del tanto soffrire degli altri> e lasciarci educare ad attendere ma generativamente con-creando nella compassione.