L’informazione è un bene primario per la democrazia, un bene che deve essere difeso, tutelato, sostenuto e aiutato a crescere. Non è la prima volta che Giuseppe Moles, Sottosegretario all’Editoria sottolinea con chiarezza l’importanza di una buona e corretta informazione. Questa volta lo ha rimarcato in occasione della presentazione a Roma di <un importante> dossier realizzato dal Dipartimento per l’Editoria guidato da Ferruccio Sepe su <Il sostegno all’editoria nei principali Paesi d’Europa>. Uno studio approfondito, primo nel suo genere in Italia, che ha messo a confronto attraverso il reperimento di dati certi (sono state anche coinvolte le Ambasciate e il ministero degli Esteri) su quanto e come investono i Paesi in Europa (Danimarca, Norvegia, Regno Unito, Svezia, Francia Finlandia, Germania, Austria e Italia) per il sostegno all’editoria. Nel raffronto tra valore del Pil, quello delle risorse dirette a sostegno dell’editoria, risorse dirette comprese le misure emergenziali Covid 19 e le risorse pro capite emerge che l’Italia si colloca nella fascia medio-bassa della classifica, contraddicendo con numeri chiari e reali quanto viene falsamente proclamato da alcuni che il nostro Paese è quello che spende di più a sostegno dell’editoria.
In merito ai modelli di sostegno e alle varie misure adottate Moles, ha evidenziato che <la lettura dei dati non ci ha fatto nascere nuovi stimoli, molte delle azioni intraprese sono già state attuate o messe in cantiere in Italia>. Ma per essere più incisivi nell’attuale contesto ancora segnato dall’emergenza il Sottosegretario ha anticipato che partiranno a breve dei tavoli informali di confronto con tutti gli stekeholders interessati, per elaborare insieme un processo e possibili nuovi interventi di sostegno e rilancio del comparto.
Apprezzamento su questo dossier è stato espresso dai presidenti di <Alleanza delle cooperative italiane>, settore cultura ed editoria, della <Federazione italiana liberi editori> e della <Federazione italiana settimanali cattolici> che come ha sottolineato Sepe <sfata una volta per tutte la fake news circolata insistentemente negli ultimi dieci anni secondo cui l’Italia sarebbe l’unico Paese a sostenere l’editoria con i soldi pubblici>, mentre i dati <mettono in luce come l’Italia investa ancora troppo poco in questo settore vitale per la democrazia, e con i suoi 88 milioni di euro l’anno si colloca al penultimo posto dei Paesi europei>.
Le tre associazioni inoltre auspicano che <si proceda ora rapidamente ad abolire la norma voluta dal primo Governo Conte che prevede l’abolizione dei contributi all’editoria a partire dal 2023>