Alba, 25 dicembre 1931: esce il primo numero della rivista <per le donne e le figlie> La Famiglia Cristiana. 12 pagine in bianco e nero al costo di 20 centesimo, 8 lire l’abbonamento annuale. In copertina un Bambin Gesù seduto sulla mangiatoia di paglia. Una nuova rivista frutto dell’intuizione del beato Giacomo Alberione. Sono passati novant’anni da quel giorno e la rivista per la famiglia ha in programma una serie di eventi per celebrare questo importante anniversario. Inizia con un numero speciale (in edicola e nelle parrocchie in questi giorni) che ripercorre, tappa dopo tappa, il cammino svolto dal giornale cattolico in questi decenni. Ad unire in un unico abbraccio la ‘Famiglia Cristiana’ delle origini e quella attuale, l’omaggio fatto ai lettori di una copia di quello storico primo numero della rivista, e la copertina che vede una rivisitazione da parte dell’artista pugliese Giuseppe Arfune della prima pagina dell’epoca. <Avete accompagnato tante generazioni, impegnandovi ad essere presenza amica, un giornale di popolo e per il popolo, attento a dare la parola ai più deboli ed emarginati – ha scritto Papa Francesco in un messaggio inviato alla rivista -. Vi incoraggio a servire con gentilezza la verità mediante il buon giornalismo>.
<Per noi è fondamentale non scordarci delle nostre origini – ha sottolineato nella conferenza stampa a Milano il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Rizzolo – e continuare a raccontare l’attualità mettendo in evidenza il bene che c’è anche nelle situazioni più difficili>. Parole condivise anche da don Antonio Mazzi, fondatore di Exodus e storico collaboratore della rivista, il quale ha detto di <sognare una Famiglia Cristiana che sappia farsi leggere anche dai più giovani. E lo dice uno cheè più vecchio della rivista stessa>.
La storia. Il settimanale nacque più interessato alla formazione che all’informazione. Furono i direttori successivi (don Occelli, don Pierino Marazza e don Luigi Zanoni) a dare grande impulso al giornale che arrivò, verso la fine del 1954, a 300 mila copie. La svolta vera è con don Giuseppe Zilli (1921-80). <Un perfetto apostolo deve essere anche un perfetto professionista>, sosteneva. Detto, fatto. Zilli convinse tanti laici, fior di professionisti, a lavorare per Famiglia Cristiana: giornalisti, fotoreporter, disegnatori, grafici, tipografi, impiegati, segretarie. Il giornale cresceva. Nel 1961 tagliò l’ambizioso traguardo del milione di copie. Don Leonardo Zega (1928-2010) continuò l’opera. Accanto e oltre le redazioni di Milano, Roma ed Alba, aprì uffici a Bologna, Torino e Venezia, si avvalse di corrispondenti a Londra, Mosca e Parigi, commissionò reportage in tutti i Continenti, accompagnò alcune iniziative pastorali (come le Giornate mondiali della gioventù ) con supplementi e dossier. Una linea seguita dai suoi successori: don Franco Pierini, don Antonio Sciortino e don Antonio Rizzolo, Tutto ciò è da tempo affiancato da un sito (www.famigliacristiana.it) e da una crescente presenza in Facebook e Twitter. <‘Parlare di tutto cristianamente> l’invito del beato Giacomo Alberione era la bussola. E tale rimane. Anche nell’era del web e dei social, garantiscono don Antonio Rizzolo, Luciano Regolo e don Stefano Stimamiglio, attuali direttore e condirettori
La celebrazione dei 90 anni continua con una serie di appuntamenti, che vanno dall’udienza con il Santo Padre in programma il 21 maggio 2022, a una crociera con i lettori in Terra Santa programmata per il prossimo autunno, fino ad alcuni eventi di approfondimento in diverse città italiane.
Il direttore don Antonio Sciortino sottolinea lo stretto legame tra i giornali diocesani e Famiglia cristiana