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Il lavoro povero è femminile

Il 68 per centro delle lavoratici precarie non percepisce più di 15 mila euro all'anno. Un'indagine Iref Acli

Il lavoro povero è una prerogativa femminile: il 68 per cento delle lavoratrici precarie ha un reddito che non supera i 15 mila euro l’anno. Questi i dati che emergono da un’indagine realizzata dall’istituto di ricerca Iref-Acli sulla disparità di genere e salariale. L’analisi è stata presentata in anteprima nel corso del 54° incontro nazionale di studi delle Acli, tenutosi tra il 29 settembre e il primo ottobre alla Cittadella Pro Civitate di Assisi.

<In Italia le donne vivono una condizione di evidente disparità lavorativa ed economica rispetto agli uomini – osserva Chiara Volpato, responsabile del Coordinamento donne Acli – Secondo Eurostat il divario retributivo di genere medio in Italia è del 5,5 per cento contro una media europea del 16,3 per cento. Ma c’è qualcosa che non torna tra i numeri ufficiali e la realtà del mondo del lavoro. E lo sperimentano tante donne>.

A partire dagli interrogativi suscitati dalle cifre di Eurostat il Coordinamento nazionale donne Acli, in collaborazione con l’area Lavoro delle Acli nazionali, ha avviato la sua ricerca autonoma, segno del suo impegno in campo sociale. Per farlo ha attinto alle banche dati del Caf Acli e del patronato Acli, che ogni anno, per l’erogazione di servizi fondamentali, incontrano centinaia di migliaia di persone.

In stato di povertà il 14,5 per cento delle donne tra i 30 e i 39 anni

Dalle statistiche Caf Acli, che tengono tra l’altro conto dei soli redditi da lavoro dipendente, emerge appunto che tra i lavoratori e le lavoratrici saltuari il 68 per cento di coloro che percepiscono un reddito annuo complessivo sino a 15 mila euro sono donne. E anche tra gli occupati stabili il 24,6 per cento di persone che guadagnano meno di 15 mila euro sono donne, contro il 7,8 per cento degli uomini.

Quando vengono incrociati con le fasce di età, i dati sono anche più allarmanti. Il 14,5 per cento delle donne tra i 30 e 39 anni si trova in una condizione di povertà assoluta, contro il 6,8 dei coetanei maschi. <Più della metà delle donne under 35 raggiunge al massimo un reddito di 15 mila euro l’anno, contro il 32,5 per cento degli uomini di pari età – spiega Federica Volpi, ricercatrice Acli – E comunque il 22 per cento delle donne sotto in 39 anni è in stato di povertà relativa e il 38,5 per cento guadagna non più di 15 mila euro l’anno>.

Le donne più colpite dalla crisi della pandemia. Un sondaggio on line sul lavoro povero

Le donne sono state anche più colpite dei loro colleghi maschi dalla crisi conseguente alla pandemia. Nel 2021 le pratiche avviate per la richiesta di reddito di cittadinanza e di reddito di emergenza sono state rispettivamente del 57,5 per cento e del 54 per cento femminili. Ulteriore indicatore della fragilità delle donne nel mercato del lavoro è rappresentato dalle domande per ottenere l’indennità di disoccupazione Naspi, che nel 61,3 per cento dei casi riguardano donne.

A completare il quadro è stato anche realizzato nella primavera-estate di quest’anno un sondaggio on line a mezzo questionario sottoposto a donne e uomini adulti già in contatto con l’area lavoro delle Acli o con il Coordinamento Donne delle Acli. Una platea di 1060 persone. I primi dati di questo campione mostrano che il differenziale di genere grezzo a svantaggio delle donne supera i 30 punti. I risultati definitivi di questa indagine saranno comunque illustrati dalle Acli mercoledì 19 ottobre.