«Come accade con ogni persona cara che ci lascia, di fronte alla morte ci ritroviamo un po’ più soli. Ancora di più quando ad andarsene è un pastore: cioè una persona che ha speso la vita nel dedicarsi all’annuncio del Vangelo e alla edificazione della comunità dei credenti in Cristo>. Con queste parole l’arcivescovo di Torino, Roberto Repole, ha ricordato a poche ore dalla morte il Cardinale Severino Poletto, deceduto sabato sera nella sua casa di Moncalieri all’età di 89 anni.
<Salutiamo il cardinale Poletto – sottolinea mons. Repole – con riconoscenza per il suo servizio alle Chiese del Piemonte e alla Chiesa universale; lo affidiamo nella preghiera al Signore con il rispetto che ha saputo guadagnarsi, nella sua Chiesa e nella società intera, mettendosi a servizio del bene comune, proprio nei momenti più difficili per la vita della nostra Torino. Vogliamo conservare il suo ricordo con tutto il nostro affetto: l’affetto che abbiamo avuto per lui durante la sua vita, incontrandolo come pastore e padre, sempre disponibile a soccorrere ai bisogni dei suoi figli. E vogliamo soprattutto rimettere, ancora una volta, la nostra fiducia nel Signore risorto, nel quale egli ha fermamente creduto e sperato>.

Chi era il cardinale Poletto
L’arcivescovo emerito di Torino cardinale Severino Poletto si era ritirato a Moncalieri dopo aver rinunciato alla guida della diocesi, nel 2010. Avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 18 marzo. Ha guidato l’arcidiocesi di Torino dal 1999 al 2010. In precedenza è stato vescovo di Fossano (1980-1989) e di Asti (1989-1999). Nato a Salgareda (Treviso) il 18 marzo 1933, nel 1952 seguì la famiglia, emigrata nel Casalese. A Casale Monferrato entrò in Seminario Maggiore nel 1953 e venne ordinato prete il 29 giugno 1957. Viceparroco e poi parroco fu sempre molto attento ai problemi sociali e del mondo del lavoro (per qualche tempo si impiegò anche a part time in una fabbrica casalese).
Arcivescovo di Torino dal 5 settembre 1999, il suo episcopato è stato segnato, fin dall’inizio, dalla grave crisi che colpì la Fiat e, di conseguenza, l’intero indotto automobilistico. Nel 2000 promosse un importante convegno in cui la Chiesa torinese apriva un «tavolo di confronto» con tutte le istituzioni, le parti sociali, le agenzie educative, il sistema del credito con un obiettivo chiaro: valorizzare il dialogo reciproco come strumento principale per superare una crisi che, fin dall’inizio, non riguardava solo l’azienda ma investiva l’intero territorio. Presiedette in Duomo la Messa di sepoltura per il sen. Giovanni Agnelli (26 gennaio 2003), ricordandone l’impegno personale e l’attaccamento a Torino. Nel dicembre 2007 fu tra i primi ad accorrere presso i familiari degli operai morti e feriti nel tragico rogo della ThyssenKrupp, in corso Regina a Torino.
Venne creato cardinale da Giovanni Paolo II il 24 febbraio 2001 (contemporaneamente all’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, oggi papa Francesco). Della sua attività pastorale si ricorda soprattutto il grande piano di «missioni» che coinvolse tutta la diocesi in un percorso pluriennale, concluso dalla «redditio fidei» a Roma, di fronte a papa Benedetto XVI. La Lettera pastorale «Costruire insieme» (2001) è la sintesi e il programma del suo lavoro.
Il cardinale Poletto fu anche appassionato Custode della Sindone: guidò le due ostensioni del 2000 e del 2010 (dove intervenne come pellegrino papa Benedetto XVI). Al cardinale si deve la decisione di realizzare lo straordinario lavoro di restauro del Telo, che ha permesso di «ripulire» la Sindone da materiali accumulatisi negli ultimi secoli, dopo l’incendio di Chambéry del 1532, e che offre oggi un’immagine più chiara dell’icona. I lavori furono effettuati dalla prof. Mechtild Flury Lemberg, esperta di tessuti, membro della Commissione internazionale per la conservazione della Sindone.
Il cordoglio di papa Francesco
Con un telegramma inviato all’arcivescovo Repole il Papa ha espresso suo cordoglio a la sua vicinanza. <Penso – ha scritto – a questo Fratello, che ha speso la vita come Pastore del popolo santo di Dio, dapprima come parroco di Casale, attento nei riguardi del laicato e impegnato, in spirito di condivisione evangelica, nell’attività lavorativa; poi come vescovo di Fossano, dedito in particolare alle famiglie, ai giovani e alla promozione della catechesi; vescovo di Asti, ha favorito le missioni diocesane, profondendo le sue capacità di governo nella riorganizzazione della Chiesa sul territorio. Divenuto quindi Pastore dell’arcidiocesi, ha voluto dedicarvisi senza risparmio, animato dal desiderio di stare vicino ai sacerdoti e di dare slancio all’evangelizzazione, anche attraverso significativi eventi pubblici. Nel fare memoria del ministero di questo servitore fedele, che con rettitudine e impegno ha offerto la vita al Signore e alla Chiesa, affido la sua anima a Gesù buon Pastore affinché, per intercessione della beata Vergine Maria e di san Giovanni Battista, lo accolga nella città eterna. A quanti parteciperanno al rito esequiale imparto di cuore la mia benedizione>.
Il ricordo di mons. Gianni Saccchi, vescovo di Casale Monferrato
Il “nostro” Cardinale Severino Poletto ci ha lasciati.
L’ultimo incontro che ho avuto con lui è stato alla vigilia dei santi, quando sono stato a trovarlo nella sua casa ormai allettato.
E ogni volta che lo incontravo non mancava di ricordarmi che lui veniva dal clero di Casale Monferrato e spesso mi parlava delle sue origini venete, del suo arrivo in diocesi da giovanissimo seminarista, dell’ordinazione sacerdotale e della sua attività pastorale svolta a servizio della nostra diocesi e soprattutto della parrocchia di Oltreponte dove è stato parroco per 15 anni.
I suoi occhi si illuminavano quando mi raccontava quello che faceva per i giovani, le famiglie, la formazione dei laici, l’attenzione per il mondo del lavoro e soprattutto quanto impegno ci metteva nel trasmettere e vivere tra la sua gente la novità del Concilio Vaticano II.
All’indomani della mia nomina a vescovo di Casale, sono andato a salutarlo nella sua casa a Moncalieri dove si era ritirato come Arcivescovo emerito di Torino; e anche in quell’occasione non mancò di parlarmi della diocesi e di descrivermi tanti particolari, anche se era consapevole che ormai erano trascorsi molti anni e tutto era cambiato.
Della mia ordinazione episcopale porterò un ricordo particolare legato a lui;
il bastone pastorale che la diocesi di Casale mi aveva commissionato come regalo, non era ancora pronto per il giorno dell’ordinazione il 21 ottobre 2017 e allora anche in considerazione del fatto che lui non sarebbe venuto a Biella per motivi di salute, mi mandò uno dei suoi pastorali da usarsi in quell’occasione.
Fu per me un grande gesto di paternità e fraternità che non dimentico.
Lo usai anche per la prima messa da vescovo nella mia parrocchia il giorno dopo.
Ho sempre colto in lui un grande amore per la Chiesa e per il vangelo che si traducevano nelle scelte pastorali che fece nelle diocesi dove ha svolto il suo fedele servizio.
E lui è stato davvero un servo fedele e zelante nel suo ministero sacerdotale ed episcopale fino alla fine.
Un pastore molto attento alle situazioni sociali ed ecclesiali che si è trovato a vivere nei diversi incarichi episcopali che gli sono stati affidati, fino alla nomina a Cardinale nel 2001, che non gli ha fatto dimenticare le sue umili origini e la dimensione del lavoro manuale che ha svolto durante i primi anni del suo sacerdozio a Casale.
La nostra diocesi può annoverare tra il suo clero, un Cardinale.
Ora che per lui sono passate le cose di questo mondo, lo affidiamo al Signore perché gli doni la ricompensa riservata ai fedeli servitori del Vangelo.
Il cardinale Poletto nel ricordo di mons. Cesare Nosiglia, vescovo emerito di Torino e Susa:
«Del cardinale Poletto voglio ricordare l’attenzione rispettosa con cui ha accompagnato tutto il mio episcopato a Torino. È stato per me un costante punto di riferimento, a cui mi sono rivolto spesso sia circa alcuni problemi della diocesi e del territorio, sia per le situazioni di alcuni preti in difficoltà. Per 12 anni è stato come un padre che è vicino, condivide la conoscenza dei problemi ma sa anche lasciare il doveroso spazio. È stato presente ai momenti cruciali della vita della diocesi e alle grandi celebrazioni liturgiche: ma sempre e soltanto se da me veniva un invito esplicito alla sua partecipazione.
L’esempio della sua dedizione alla vita della Chiesa, in questa nostra Torino, si ricorderà anche per il ministero silenzioso e continuativo nella parrocchia di Testona, vicino alla sua casa, dove si rendeva disponibile per i servizi liturgici e i sacramenti. L’ho incontrato ancora qualche giorno fa, abbiamo pregato insieme e l’ho trovato consapevole della sua malattia: ma le sue condizioni non mi facevano pensare che ci sarebbe venuto a mancare così presto.
Unisco dunque il mio «grazie» per il cardinale Poletto a quello dell’intera Chiesa torinese per il suo servizio tra noi, e per l’esempio di fede che ci ha lasciato.
Mons. Luciano Pacomio, vescovo emerito di Mondovì commemora il <sacerdote Poletto>
Storicamente sono testimone e condividente la prima parte della sua storia vissuta a Casale Monferrato; diocesi in cui fece gli studi teologici ed esercitò il suo ministero di vice-parroco, vicerettore del Seminario Maggiore, parroco.Contemporaneamente fece parte dei Missionari della Madonna di Crea, gruppo diocesano fondato da mons. Vittorio Moietta, padre spirituale e poi vescovo di Nicastro. Ebbi Poletto come assistente (prefetto di disciplina) nel ginnasio e poi vicerettore in Seminario Maggiore. Ufficio a cui divenuto sacerdote gli fui successore. Fin da giovane chierico, poi giovane sacerdote, indi parroco si attestò in continuità con una bella testimonianza di assidua preghiera, un rigore etico di comportamento il più delle volte trasmesso anche somaticamente nel rapporto con gli altri (soprattutto nel periodo di servizio in seminario). un grande zelo di dedizione apostolica testimoniato in crescendo come “missionario” e anche se per non lungo tempo come ‘”sacerdote al lavoro”.
Persona intelligente e di forte memoria ma non acculturato, il vescovo Carlo Cavalla con un disegno aperto al futuro, pur già parroco lo facilitò perché conseguisse a Roma la licenza in teologia morale.
Altri potranno dare la loro testimonianza dei servizio episcopale vissuto a tre tappe.
Il mio e nostro coinvolgimento di Casalesi e che il cardinale Severino Poletto sia nel Signore in piena comunione di pace e gioia: per questo fraternamente eleviamo la nostra fraterna preghiera di suffragio. Confidiamo nel Signore che lo abiliti a continuare il suo servizio d’amore accresciuto e purificato intercedendo efficacemente per noi e per le CHIESE diocesane che ha servito.
L’ultimo incontro con l’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo
«Appena quattro giorni fa ero andato in visita al card. Poletto e lui mi ha ancora parlato con estrema lucidità informandosi su Vercelli e su alcuni sacerdoti e cardinali della nostra diocesi che conosceva bene. Alla fine abbiamo pregato insieme e ha voluto anche confessarsi…».
Preghiere e funerale
Il Rosario avrà luogo mercoledì 21 dicembre, alle ore 17.30 nella Basilica della Beata Vergine della Consolata in Torino.
La Liturgia esequiale sarà celebrata giovedì 22 dicembre, alle ore 15, nella Basilica Cattedrale metropolitana di S. Giovanni Battista.
La tumulazione, per sua volontà, avverrà nella Basilica della Beata Vergine della Consolata in Torino.
