Nella pace e nei diritti nessuno è straniero. <Noi credenti non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, – afferma Giampiero Leo, portavoce del Coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” – ma dobbiamo impegnarci per un’etica della responsabilità, dobbiamo pensare alla luce del bene comune, ovvero come un ‘noi per voi’ aperto alla fraternità universale>. A nome di tutto i Coordinamento suggerisce che è l’ora di prendere un tempo per interrogarci, imparare, crescere e lasciarci trasformare, come singoli e come comunità; <un tempo privilegiato, questo del Concerto di Capodanno per prepararsi al senso della Pace e dei Diritti. Le religioni possono essere la resistenza più forte alle follie della guerra e delle oppressioni e la strada maestra per riannodare i fili della pace e dei diritti: i diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri, i diritti della libertà di pensiero, di espressione, di religione, di autodeterminazione e di sicurezza dei popoli, diritti sempre più spesso trascurati o negati”>.
Ucraina e Iran
Due emergenze tra tutte. Nella nota del Comitato diffusa per invitare al concerto di Capodanno al Sermig di Torino (1 gennaio ore 18)Leo inquadra alcune situazioni emblematiche. <Dopo la guerra di invasione contro la popolazione ucraina – sottolinea – sprofondata nella morte, nella paura e nel gelo dell’inverno, emblematico quello che sta accadendo in Iran: ci sono voluti quarantatré anni di sofferenza per le donne iraniane perché il mondo intero si accorgesse delle loro priorità. In questo periodo leggi e interpretazioni ciniche della sharia hanno tentato di trasformarle in cittadine di secondo livello. Oggi questa situazione non sta più bene non solo alle donne, ma anche agli uomini. Ed è la prima volta che una richiesta legittima e fondamentale delle donne viene percepita dalla popolazione a prescindere dal genere. Tocca a noi credenti farla diventare patrimonio di tutti. Il riconoscimento dei diritti delle persone più deboli non deriva da una concessione governativa, quei diritti derivano dal riconoscimento della dignità umana>.
Il concerto di Capodanno al Sermig
Di fronte a tutto questo il concerto di Capodanno è un gesto importante, perché la musica ha il potere di “sincronizzare” menti e cuori, di unire, esercitando una funzione sociale, mettendo in comunicazione fra loro persone di lingue, culture e religioni differenti. Ascoltare musica, o crearla ha lo straordinario potere di rinfrancare il corpo e lo spirito. Per Platone, musica era “tutto ciò che soddisfi desideri e aspirazioni”, un’arte che congiunge il pensiero razionale con l’emozione. La musica quindi come costruttrice di ponti, come strumento di pace, capace di abbattere muri e indifferenze.
<Noi del Coordinamento interconfessionale del Piemonte con il Concerto del Capodanno 2023 – conclude Leo – vogliamo percorrere insieme l’unica strada possibile per riannodare i fili della pace, facendo diventare i nostri maestri strumentisti veri e propri “donatori di musica”, per ritrovare quella capacità ostinata di amare, amare indiscriminatamente>.