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Appello per la pace e la libertà in Ucraina

Ad un anno dalla seconda invasione russa. A Torino il coordinamento interconfessionale del Piemonte invita ad una preghiera per riflettere sulla strada per chiedere la pace

Ho preso la decisione per un’operazione militare. La Russia non farà lo stesso errore  due volte nel compiacimento dell’Occidente. Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire in Ucraina sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto, smilitarizzeremo, liberemo ed elimineremo il nazismo in Ucraina con una operazione militare speciale“. Con queste parole, in diretta televisiva, il presidente russo Vladimir Putin annunciò al suo popolo l’avvio della guerra in Ucraina. In Italia erano le 03,50 del 24 febbraio 2022.

A un anno di distanza dalla guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina è arrivato il momento di considerare che la pace, la libertà, la giustizia e i diritti sono un tutto unico, indivisibile e si conquistano ogni giorno, per tutto il tempo che ci è dato vivere.

<Sono sufficienti le preghiere, gli appelli, le fiaccolate, le manifestazioni? Possiamo disarmare il prepotente di turno solo con questi gesti? O è il tempo della denuncia, dello schierarsi con decisione al fianco di chi soffre, di chi non ha panni per coprirsi, di chi non ha più lacrime per piangere?> si domandano il coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” e il comitato interfedi della Città di Torino.

Dalle domande alle proposte

Propongono di unirsi nella preghiera personale e di gruppo nella giornata del 24 febbraio – data anniversario della seconda invasione armata in Ucraina. Il ritrovo è alle 22,30 di giovedì 23 febbraio al Centro culturale Dar al Hikma Via Fiochetto, 15  Torino per riflettere sulla strada da seguire per chiedere la pace. Alla mezzanotte e un minuto ci si unirà nella preghiera comune fra appartenenti a religioni diverse.

<Le nostre fedi – sottolineano in una nota comune – ci insegnano che la nostra forza è frutto di costanti e pazienti mediazioni; credere ci impone di batterci sempre e comunque per il bene comune anche di chi vive lontano da noi>.

Ancora troppe armi e operazioni militari

Rimarcano che <si parla troppo delle operazioni militari, delle avanzate, degli arretramenti, di razzi, di carri armati, di missili. Troppo spesso si tace su quella umanità dolente costretta a vivere nelle stazioni della metropolitana, nelle cantine, nelle buche scavate dalle bombe. Una vita da topi. Come dimenticare lo sgomento dei piccoli, la rassegnazione dei vecchi, gli ammalati senza medicine e cure. Il silenzio degli innocenti: l’altra faccia della guerra che noi dalle nostre case confortevoli, calde e illuminate misuriamo con i metri conquistati o perduti ogni giorno sul terreno degli scontri. Travolti da una vita superficiale e smemorante>.

Non abbandonare il popolo Ucraino

<Non possiamo certamente abbandonare un popolo intero – affermano il coordinamento interconfessionale del Piemonte “Noi siamo con voi” e il comitato interfedi della Città di Torino- sta subendo sacrifici inenarrabili per resistere all’invasore, ma abbiamo altresì il dovere morale di aiutare a cercare ogni altra strada seriamente praticabile, che porti a risparmiare vite e sofferenze tanto al popolo ucraino, quanto alle centinaia di migliaia di giovani russi, incolpevolmente lanciati nel crogiuolo della guerra, da un dittatore che non tollera alcuna voce libera nella sua stessa federazione russa.Forse occuparci della pace in Ucraina significa anche seminare con ancora più determinazione una speranza fondata in questo nostro tempo dell’indifferenza>.