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Piemonte: cresce la produzione industriale manifatturiera +2,7%

Il 2022 si chiude con un aumento medio annuo del 3,4%. Scongiurato il rischio recessione, ma resta elevato il grado di incertezza sul futuro di breve-medio periodo

Diffusi oggi, 7 marzo, i dati del monitoraggio realizzato in collaborazione tra Union camere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit e rrealizzata in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di gennaio e febbraio  2023 con riferimento ai dati del periodo ottobre-dicembre 2022 e ha coinvolto 1.859 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 91.313 addetti e un valore pari a circa 53,4 miliardi di euro di fatturato.

Il 2022, nonostante le difficoltà indotte dalla guerra e dal “caro energia”, ha registrato ancora una crescita economica decisa, sebbene inferiore a quella del 2021, sia a livello nazionale che regionale. A trascinare lo sviluppo è stata soprattutto la domanda nazionale al netto delle scorte, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi negativi. 

In questo contesto complessivo il comparto manifatturiero regionale ha confermato la propria solidità evidenziando dinamiche positive della produzione industriale in tutti i principali settori, in tutte le realtà provinciali e nelle diverse classi dimensionali d’impresa.

Analizzando le performance trimestrali emerge come, dopo la variazione positiva del 5,2% registrata nel periodo gennaio-marzo 2022, l’incremento medio trimestrale si sia attestato al +3,8% nel II trimestre dell’anno, dato ancor più incoraggiante se si pensa che il confronto viene fatto con il periodo aprile-giugno 2021, trimestre in cui la crescita risultava pari al +25,1%. Il III trimestre 2022 ha evidenziato un rallentamento del ritmo espansivo (+1,7%), mentre negli ultimi tre mesi del 2022 il tessuto manifatturiero regionale ha nuovamente accelerato (+2,7% la variazione produttiva tendenziale).

La crescita media della produzione manifatturiera per l’intero 2022 è stata pari al 3,4%, confermando che, nonostante le difficoltà provenienti dal conflitto bellico e indotte dal “caro energia”, il tessuto industriale manifatturiero piemontese ha mantenuto un trend espansivo, seppur di intensità minore rispetto a quanto evidenziato nel 2021 (+10,3%).

Concentrando l’attenzione sull’ultimo trimestre del 2022 si rileva come la crescita della produzione industriale (+2,7%) sia stata accompagnata da un andamento positivo sia degli ordinativi interni (+2,6%) che degli ordinativi provenienti dal mercato estero (+1,6%). Il fatturato totale ha segnato un +5,0% e la componente estera ha mostrato un incremento del 5,2%. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 71,6% del IV trimestre 2021 al 68,4% del periodo ottobre-dicembre 2022.

Nel IV trimestre 2022 il segno “più” accompagna i risultati di tutte le realtà provinciali anche se l’intensità del dato positivo assume entità differenti a seconda dei territori.

Torino segna la crescita più elevata (+4,6%), grazie all’incremento della produzione evidenziata dai mezzi di trasporto e dalle aziende dell’elettricità e dell’elettronica. Nel Biellese il rilancio produttivo si attesta al +4,0%, sostenuto dalla filiera tessile, in particolare dalle realtà della tessitura e del finissaggio.

Asti segna un risultato in linea con quello medio regionale (+2,7%). Segue Verbania con un incremento tendenziale della produzione manifatturiera del 2,2%, dovuto in particolar modo alla crescita a doppia cifra del tessile e della rubinetteria e del valvolame. Il comparto chimico penalizza la provincia di Vercelli che chiude il quarto trimestre con una crescita più modesta (+0,8%). L’industria manifatturiera cuneese chiude gli ultimi tre mesi dell’anno con una crescita dello 0,6%, sintesi dell’andamento negativo evidenziato in questo territorio dall’industria tessile e della crescita realizzata dalle imprese della meccanica. Debolmente positivo anche il risultato di Novara +0,5% e sostanzialmente stabile quello di Alessandria + 0,1%.

A fronte di un consuntivo 2022 ancora positivo si confermano però i timori per il breve periodo che appare ancora incerto e condizionato da incognite difficilmente prevedibili. Gli imprenditori piemontesi restano cauti esprimendo un clima di fiducia ormai lontano dai periodi bui del covid, ma ancora con una prevalenza di pessimisti.

Focus investimenti e innovazione

Nel 2022 solo tre imprese su dieci hanno effettuato investimenti.

Il 17% non ha investito a causa delle problematiche indotte dal “caro energia”, mentre un’impresa su due non lo avrebbe fatto comunque. La propensione a investire risulta maggiore nelle industrie chimiche e delle materie plastiche e appare più ridotta tra le aziende della filiera tessile. La vera discriminante risulta ancora una volta la dimensione aziendale: le imprese di grandi dimensioni hanno effettuato investimenti nella quasi totalità dei casi (99,3%), mentre quelle micro lo hanno fatto solo nel 27% delle situazioni.

Il 38% delle imprese ha introdotto nel 2022 innovazioni per lo più di processo, organizzative e di prodotto.