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Il grido dei profeti. Parole senza tempo

Il nuovo libro di Giuseppe Cavallotto, vescovo emerito di Cuneo e di Fossano

Presentare chi sono i profeti scrittori e il periodo del loro ministero, la loro missione e  testimonianza è il cuore dell’ultimo libro di mons. Giuseppe Cavallotto, vescovo emerito di Cuneo e di Fossano dal 2015https://agdnotizie.it/2023/02/02/sulle-orme-di-san-paolo-e-dellevangelista-giovanni/

A <Il grido dei profeti. Parole senza tempo>  (Edizioni san Paolo, 650pp) ha dedicato questi anni di ‘emeritato’ con un lettura approfondita e prolungata dei libri profetici, arricchita da alcuni commentari, incoraggiata da docenti dello Studio Biblico Francescano incontrati alla Flagellazione di Gerusalemme.

Monsignor Cavallotto a chi si rivolge con questo poderoso volume?

L’intento della mia pubblicazione è quello di presentare chi sono i profeti scrittori e il periodo del loro ministero (Introduzione sul profetismo biblico), la loro missione e testimonianza, il testo che porta il loro nome: autore, contesto politico e sociale, articolazione e sviluppo di ogni libro, il messaggio. Una più articolata lettura è stata riservata ai libri dei profeti maggiori sia per la loro ricchezza teologica, sia per il loro linguaggio non sempre accessibile: visioni, immagini, allusioni, ecc. Il mio libro vuole essere un testo divulgativo, anche se sorretto da validi commentari (citati in bibliografia). Potrebbe essere chiamato un ‘manuale’ per una prima conoscenza dei libri profetici. È destinato a studenti dell’ISSR, alla preparazione dei diaconi, alla formazione degli insegnanti di religione, all’aggiornamento dei catechisti.https://www.teologiatorino.it/issr/

Perché leggere ancora oggi la storia e la vita dei Profeti?

Il grido dei profeti è lontano negli anni, ma le loro ‘parole sono senza tempo’, come cita il sottotitolo del libro. È parola di Dio che scuote, illumina, rigenera. Essa è come “un martello che spacca la pietra” (Ger 23,29). I profeti invitano popolo e singoli a interrogarsi, a riconoscere il proprio peccato, a convertirsi.

Che cosa ci insegnano?

L’intento dei profeti è quello di favorire un pieno ritorno a YHWH e di  riconoscerlo come l’unico Dio e signore. I profeti ricordano che gli idoli non proteggono e non salvano. Chi aderisce ad essi è schiavo, che li abbandono sceglie un vita di libertà e di benedizione. Nello stesso tempo i profeti, soprattutto Isaia, annunciano un monoteismo assoluto: Dio offre la sua salvezza anche ai popoli, è il Dio di tutti.

Chi medita i profeti e accoglie il loro messaggio è invitato ad una adesione consapevole e personale a YHWH, accolto e adorato come il Dio d’Israele e, nello stesso tempo, a riconoscere che egli è il Dio di tutte le persone che si interrogano e lo cercano anche in altre esperienze religiose. In particolare è missione di coloro che credono in Dio creatore e salvatore di offrire la propria testimonianza a chi cerca il volto del Signore. Allora avviene quello che ha detto il Signore: “In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: «Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi»” (Zc 8,23).

Essi parlano con la predicazione ma anche con la vita attraverso azioni, gesti, comportamenti eloquenti. Inoltre, solidali con il proprio popolo, i profeti non solo parlano ma condividono sofferenze e suppliche della propria gente e, come Mosè, intercedono. Profeti, dunque, maestri, guide, testimoni esemplari, sentinelle e intercessori!