Il secondo trimestre del 2023 è stato debolmente positivo per quanto riguarda il bilancio anagrafico delle imprese piemontesi. Questo traspare dal rapporto di Unioncamere Piemonte, ente pubblico che unisce le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Nel periodo aprile-giugno sono nate 5728 imprese, 67 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Hanno cessato l’attività invece 3950 imprese, contro le 4055 dello scorso anno. Un saldo positivo di 1778 unità. Questo si traduce in un tasso di crescita positivo pari al 0,42%, in linea con i dati nazionali.
A farla da padrone la provincia di Torino, che presenta il 52,4% delle imprese registrate, seguita dalla provincia di Cuneo (15,4%) e Alessandria (9,6%). Novara, nonostante una percentuale di imprese registrate più bassa (6,9%), risulta la provincia con il tasso di crescita positivo maggiore (0,55%). Sono invece le province di Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Biella a fornire i dati più bassi in termini di imprese registrate, rispettivamente 2,9%, 3,6% e 3,9%. La provincia di Cuneo, che come sopracitato copre il 15,4% delle imprese registrate, risulta al di sotto del dato regionale di crescita, con 0,35%.
Se si vanno a guardare i dati legati alla forme giuridiche di registrazione, si nota come il segmento più dinamico risulti essere quello delle società di capitale (21,1% del totale), con un tasso di crescita positivo del 1,03%. Ciononostante il 55,9% delle attività registrate nel periodo risulta essere quello delle imprese individuali, forma che presenta un tasso di crescita leggermente inferiore alla media con un 0,38%. Completano il quadro le società di persone, che rimangono stabili e che anzi presentano una leggera flessione del -0,07%, e le altre forme imprenditoriali che coprono il 2,2% del totale con un tasso di crescita dello 0,23%.
I settori più presenti tra le imprese registrate nel periodo riguardano il comparto costruzioni (15,4% del totale, 0,80% di tasso di crescita), e quello di altri servizi (30,3% del totale, 0,72% di tasso di crescita). Mentre altri settori come commercio e industria in senso stretto hanno presentato una crescita moderata, il tessuto imprenditoriale agricolo è rimasto stabile, presentando una piccola flessione del -0,01%.