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8xMille alla Chiesa Cattolica: una firma che cambia vite

Grazie a un sistema trasparente di distribuzione dei fondi e a progetti meritevoli, i contributi dell'8xMille migliorano la vita delle persone in difficoltà e preservano il nostro patrimonio culturale

Negli ultimi anni, l’8xMille destinato alla Chiesa Cattolica ha dimostrato di essere molto più di una semplice firma sulla dichiarazione dei redditi. Grazie alla determinazione e all’impegno di persone come Pierluigi Dovis, Direttore della Caritas di Torino, questo contributo si è tradotto in azioni pratiche che fanno una differenza concreta nella vita delle persone in difficoltà.

Un sistema trasparente di distribuzione dei fondi

Dalla metà degli anni 2000, la diocesi di Torino ha messo in atto un sistema innovativo per la distribuzione dei fondi 8xMille. Questi non vengono più assegnati solamente in base alla conoscenza diretta del clero locale, ma attraverso una richiesta dettagliata presentata dagli enti direttamente collegati all’ambito ecclesiale. Queste richieste devono essere accompagnate da progetti ben definiti, specificando le finalità per cui si richiedono i fondi e la tipologia di lavoro che sarà svolta. Pierluigi Dovis spiega: «Gli enti e le parrocchie devono spiegare in una sorta di progetto per quale finalità vogliono utilizzare i fondi che richiedono e specificare per quale tipologia di lavoro. Devono specificare il budget necessario e quanto richiedono dei fondi dell’otto per mille. Questo determina una trasparenza evidente nella scelta dei progetti e profusione di fondi».

Investimenti in progetti meritevoli e assistenza diretta alle persone

Come sottolineato dal direttore, questo processo di selezione e approvazione assicura che i fondi siano investiti in progetti meritevoli e necessari. Nel 2022, ben centoundici richieste sono state inoltrate all’Arcivescovo di Torino. La maggior parte proviene da parrocchie e unità pastorali che cercano fondi per sostenere attività già in corso. Tuttavia, è importante notare che alcune di queste richieste sono anche per progetti che mirano a migliorare la vita delle persone bisognose. «La gran parte dei richiedenti sono parrocchie e unità pastorali che cercano fondi per attività già in essere – afferma il direttore -. Sono poche quelle che richiedono fondi per attività nuove. Molte delle richieste di finanziamento si concentrano sull’assistenza diretta alle persone in difficoltà. Questo può includere la distribuzione di generi alimentari e la fornitura di pasti alle persone senza dimora o in stato di emarginazione. Inoltre, vi sono servizi di consulenza familiare e supporto a nuclei familiari con problemi relazionali o educativi».

Un approccio cooperativo per ottimizzare le risorse

La Caritas diocesana di Torino gioca un ruolo fondamentale in questo processo, fungendo da segreteria di aiuto all’arcivescovo per la gestione del fondo, ma allo stesso tempo beneficiando dei fondi per i propri progetti. Questo approccio cooperativo ha permesso di ottimizzare le risorse e di sostenere un’ampia gamma di iniziative. «Vi è anche una trentina di associazioni ecclesiali che si occupano degli stranieri, quindi attività di accoglienza, accompagnamento, studio e sostentamento – afferma Pierluigi Dovis -. A volte non ci si rende conto di come anche i beni necessari per alcune persone diventino dei lussi: banalizzo, dal pannolino al latte in polvere per le giovani mamme che faticano, fino a categorie di persone in povertà estrema che necessitano di quasi tutto». Ciò che emerge chiaramente da questo processo è che la maggior parte dei fondi è destinata all’assistenza diretta alla persona. Solo raramente vengono ammessi progetti infrastrutturali, e spesso anche questi sono strettamente connessi all’assistenza individuale, come il caso della mensa della Parrocchia del Sacro Cuore di Torino, che ha fornito pasti a oltre 150 persone bisognose per oltre un secolo. Pierluigi Dovis sottolinea l’importanza di questi progetti: «I vescovi sono stati attenti a garantire che questi soldi non divenissero solamente uno strumento per aumentare il patrimonio della parrocchia o dell’associazione ma che fossero direttamente collegati con la qualità e la qualificazione del servizio».

Il restauro del patrimonio culturale

I beni ecclesiastici e i luoghi di culto rivestono un’importanza fondamentale non solo per le comunità di fedeli ma anche per la Regione stessa, rappresentando dei veri e propri punti di riferimento. Questi luoghi costituiscono delle testimonianze significative del ricco patrimonio culturale conservato all’interno delle cattedrali, patrimonio che viene recuperato e collegato agli itinerari storico-artistici già attivi sul territorio. Tutto ciò è possibile grazie ai fondi dell’8xMille della Chiesa cattolica, che giocano un ruolo essenziale in questo contesto.

Come dichiarato dal vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, che è anche il delegato per i Beni culturali ecclesiastici del Piemonte, un accordo siglato con la Regione Piemonte ha permesso di mettere in luce l’importanza di questi beni culturali. Questi beni sono parte integrante del nostro patrimonio e costituiscono una testimonianza tangibile della nostra storia.

Abbiamo sentito don Gianluca Popolla, incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici: «Ogni anno sono diversi gli interventi che vengono promossi dalla CEI, nello specifico sono interventi richiesti dalle singole diocesi all’Ufficio Beni Culturali Nazionale della CEI su una serie di criteri che vengono approvati dai Vescovi durante l’assemblea annuale. Al momento ci sono diversi lavori in cantiere, un esempio la diocesi di Susa, il recupero strutturale del presbiterio della Cattedrale e il rifacimento totale dell’impianto della luce per un costo superiore ai 500000 euro di cui l’8xMille copre più della metà»

È evidente che i fondi dell’8xMille svolgono un ruolo cruciale nel finanziare il mantenimento e il restauro di numerosi beni culturali ecclesiastici, contribuendo così a preservare e valorizzare la storia di tutti noi.

Un piccolo gesto con un grande impatto

In un momento in cui il bisogno di solidarietà e aiuto è sempre più evidente, l’8xMille alla Chiesa Cattolica continua a dimostrarsi una firma che fa bene alla comunità. Grazie a individui come Pierluigi Dovis e a un processo di selezione accurato, questi fondi si traducono in azioni concrete che migliorano la vita delle persone e sostengono coloro che sono più vulnerabili. La prossima volta che si firma la dichiarazione dei redditi, si può fare con la consapevolezza che quel piccolo gesto può fare una grande differenza.

Tutte le informazioni su www.8xMille.it